Se i genitori sono in contrasto a decidere è il Tribunale.
Negli ultimi due anni sono sempre più frequenti casi di controversie all’interno del nucleo famigliare su questioni molto importanti come la tutela della salute dei figli minorenni, in primo luogo per la prevenzione dal contagio del Covid-19.
Uno di questi casi è stato oggetto di una mia recente consulenza.
A chi è utile questo articolo?
Qualora anche tu ti trovassi in questa spinosa situazione oppure conoscessi qualcuno che la sta attraversando, mi auguro che questo breve articolo possa darti consigli utili per raggiungere una rapida soluzione, per lo meno in termini legali.
Il caso
Qualche tempo fa si è rivolto presso il mio studio il padre di un adolescente, favorevole alla somministrazione del vaccino anti-covid al figlio, preoccupato del fatto che la madre avesse opposto il netto rifiuto a prestare il consenso necessario al trattamento sanitario.
Nel caso in esame, che i genitori del minore siano sposati, separati, divorziati, conviventi od ex conviventi, poco importa: il genitore favorevole al vaccino può rivolgersi al Tribunale competente.
Il Tribunale quindi valuta il concreto pericolo per la salute del minore in relazione alla gravità e diffusione del virus, raccogliendo dati scientifici univoci che quel determinato trattamento sanitario risulti efficace.
Nel caso in cui i dati supportino questa tesi, il Tribunale può sospendere momentaneamente la capacità del genitore contrario al vaccino, così da autorizzare la somministrazione, affidando l’iter al solo genitore favorevole.
Pertanto, il genitore favorevole al vaccino potrà condurre il minore ad un centro vaccinale e sottoscrivere il consenso informato senza che sia necessario anche il consenso dell’altro genitore.
Ovviamente, il giudice dovrà accertarsi che non vi siano controindicazioni specifiche alla profilassi vaccinale, acquisendo la certificazione del medico di base o del pediatra che attesti le buone condizioni di salute del minore.
Se il minore ha già compiuto i dodici anni, il giudice è tenuto ad ascoltare anche il suo parere in ordine alla volontà ed alle motivazioni personali che lo hanno portato alla scelta di vaccinarsi.
Aspetti importanti da non sottovalutare
Di fondamentale importanza, infatti, soprattutto in età adolescenziale, è la considerazione non solo della sfera della salute ma anche quella della socialità.
È piuttosto evidente che il minore non vaccinato, oltre ad essere esposto maggiormente al pericolo di contagio subisca, inoltre, il pregiudizio per la forte limitazione alla vita di relazione, di primaria importanza per una crescita serena ed armoniosa.
Teniamo presente che la giurisprudenza da nord a sud è univoca ed unanime nel ritenere che i dati sulla profilassi vaccinale dimostrino come la stessa sia altamente efficace nella protezione dalla malattia, nel prevenirne le forme gravi e, in generale, nella prevenzione dall’infezione in tutte le fasce d’età.
Dunque, nei casi di genitore contrario alla somministrazione del vaccino, è pressoché certo che il Tribunale deciderà di limitarne la capacità genitoriale concedendo all’altro genitore il potere di procedere in autonomia.
Conclusione
Il genitore no-vax che, per questioni puramente ideologiche non supportate da reali problemi di salute del figlio minore, insista nell’opporsi alla somministrazione del vaccino, dovrà riconsiderare le proprie scelte se vuole evitare che un giudice decida in sua vece.
Se ti è piaciuto questo articolo e desideri approfondire questo argomento analizzando un caso specifico, contattami pure scrivendo a info@avvocatomartelli.it .